Bike Shed London 2018
Uno show fatto di 239 custom accuratamente selezionate dai migliori customizer di Regno Unito ed Europa.
Erano presenti 239 custom al Bike Shed London Show edizione 2018, non tante quanti i ferri esposti all'MBE di Verona, ad intrattenere i visitatori nessuno show all'aperto come stunt o flat track, e nemmeno tutta la gnocca che ogni anno affianca le moto all'EICMA, ma allora cosa rende unico questo evento?
Partiamo dal fascino della location, il Tobacco Dock, un edificio vecchio duecento anni, utilizzato in passato come magazzino per il tabacco di importazione; passiamo poi alle moto esposte, accuratamente selezionate dai migliori customizer di Regno Unito ed Europa, alle rigide regole dettate agli espositori, quindi moto posizionate come se fosse una galleria d'arte, senza corde o barriere a proteggerle, ne tantomeno sgradevoli volantini a coprirle; concludiamo poi con gli immancabili barber shop, tatuatori e street food di alta qualità, tutti testati dal team di Bike Shed, il tutto accompagnato dai gruppi rock che si sono alternati durante i giorni dell'evento. Non dimentichiamo di citare i salotti dove rilassarsi, e il guardaroba pensato per chi è arrivato allo show in moto, che permette di girare tranquillamente con due birre in mano!
Giunto alla sua nona edizione, Bike Shed London è organizzato dall'omonimo club The Bike Shed, situato nel quartiere Shoreditch, nel centro di Londra, un locale di tendenza, meta di biker e appassionati, oppure semplicemente di chi ha voglia di farsi un hamburger in posto figo. Quest'anno l'evento ha visto la presenza ufficiale di noti marchi italiani, come Dainese e Ducati Scrambler, ma anche di Indian, Triumph, Yamaha e BMW; nonché di officine specializzate quali Roland Sands, Auto Fabrica, Death Machines of London, UMC, X-Axis, deBolex, Down & Out.
Appena messo piede in Tobacco Dock ci si ritrova avvolti da esclusività, design, creatività, e accoglienza, ma soprattuto da tanta tanta bella gente; da professionisti conosciuti, come Winston Yeh (Rough Crafts) in visita all'evento, a customizer privati, come l'inglese Rob Palmer, presente con la sua british bobber, una Triumph Daytona 500 del '78 ridotta all'osso, quasi una bicicletta. Rob, con una mano sulla manopola del gas e l'altra impegnata a reggere una birra, racconta della sua moto.
1978 Triumph Daytona 500 bobber by Rob Palmer
“La mia officina è davvero semplice, sono autodidatta e non ho una preparazione ingegneristica, tutto è realizzato con strumenti semplici. Ho lucidato a mano il telaio usando una smerigliatrice angolare, ci sono volute settimane per arrivare alla finitura a specchio, ma il risultato è valsa la pena. Ho costruito la moto in modo che nessuna componente rubasse la scena all'altra, cercando invece di armonizzare il tutto, quindi niente sembra fuori posto. La maggior parte del cablaggio passa attraverso il telaio, per mantenere tutto pulito, mentre la scatola elettrica è nascosta sotto il motore. Non è presente nemmeno la batteria, sostituita con un sistema di accensione Boyer, attivato da un interruttore segreto nascosto sotto il serbatoio.”
La particolarità di questa bobber è il faro anteriore, derivato da una bicicletta degli anni '50, ma aggiornato con una luce LED. Una bobber totalmente british, derivata da una base inglese, realizzata da un inglese, in pieno stile inglese.
1978 Triumph Daytona 500 bobber by Rob Palmer
È davvero arduo sciegliere quali moto raccontare tra le quasi 240 presenti. Oltre alla bobber di Rob non poteva passare inosservata “The Caliber”, la dragbike su base Harley-Davidson Panhead classe 1948 del tedesco Michael Middeldorff (Motonaut), un omaggio ai pionieri delle drag racing, che iniziarono a sfidarsi dopo la seconda guerra mondiale. Immaginiamo per un attimo che il pilota di un Mustang P51 abbia costruito la sua moto in modo che somigliasse il più possibile al suo vecchio aereoplano, ecco questa è The Caliber.
1948 Harley-Davidson Panhead drag bike by Motonaut
Il cupolino è davvero il vecchio spinner di un elica, la verniciatura è ricavata dalla foglia di alluminio, mentre a spingere questa bellezza ci pensa il motore S&S P-Series del 2015 “vitaminizzato” a dovere, dotato di quattro candele e un carburatore Super E con un'elegante copertura in alluminio pressofuso. La moto è stata progettata per competere nelle drag race in stile vintage, quindi è equipaggiata con un cambio pneumatico Pingel, il cui cilindro è fissato nella parte superiore della forcella.
1948 Harley-Davidson Panhead drag bike by Motonaut
E anche qui, come per la Triumph di Rob, il motorino di avviamento è quasi invisibile, grazie ad un intelligente sistema di pignoni. A rendere ancora più sexy questa H-D ci pensano il pneumatico Racemaster Slick montato sulla posteriore da 18" e l'Avon Speedmaster sull'anteriore da 19", accompagnati da freni a tamburo. The Caliber è un magnifico esemplare di drag bike yankee in perfetto stile vintage.
1948 Harley-Davidson Panhead drag bike by Motonaut
Tra i professionisti di bandiera era presente Nico Dragoni (ND Motociclette), che insieme alla compagna e socia Giada Rigolli, ha da poco spostato la sua officina da Milano in una tranquilla località ai piedi delle colline piacentine. Passiamo quindi alle café racer, nate proprio a Londra negli anni '60, e parliamo della Moto Guzzi V11 Sport del 2003, realizzata da Nico per Michele Rubin, uno dei creatori della rivista web AMotoMio, il quale desiderava una moto di sostanza, dall'animo pistaiolo, senza però rinunciare a un'estetica ricercata, fondendo lo stile vintage a quello moderno e prestazionale.
2003 Moto Guzzi V11 Sport café racer by Nico Dragoni Motociclette
Quindi fari a LED, accessori attuali e materiali leggeri quali vetroresina, ergal e alluminio. Il tocco retrò è dato invece dalle lucidature handmade, ma soprattutto dal design: serbatoio, sella monoposto e cupolino. Il telaietto posteriore è stato realizzato da zero, allo scopo di rendere la moto completamente reversibile. “Il risultato” ci racconta Nico “ha soddisfatto le aspettative: è una moto che va domata, che richiede forza e non è maneggevole, una guida decisamente non intuitiva, ma che abbinata alla generosissima coppia del bicilindrico Guzzi non è mai noiosa.”
2003 Moto Guzzi V11 Sport café racer by Nico Dragoni Motociclette
Un'altra interessante café racer esposta a Bike Shed è quella realizzata dall'officina portoghese Unik Edition, una Honda Boldor del '84, ribattezzata “Pandora”. Tiago Gonçalves, titolare dell'officina, ha passato gran parte del tempo a mostrare il funzionamento di luci e strumentazione, perla di questa moto. Faro posteriore e indicatori direzionali sono perfettamente integrati nel codino della sella in legno, sostenuta dalla struttura che sostituisce il controtelaio, così come gli indicatori anteriori, che si trovano all'interno del faro, ciò ha permesso di eliminare le sporgenze che solitamente hanno le frecce.
1984 Honda Boldor café racer by Unik Edition
Il serbatoio è stato completamente ricostruito e riverniciato con delle “ali di drago”. L'animo corsaiolo di questa customizzazione emerge, oltre che dalla posizione di guida, dalla componentistica: forcelle a steli rovesciati derivati da una CBR 900, pedane racing, ammortizzatore Showa, filtri conici K&N, e il vistoso impianto frenante. Tiago, sempre sorridente, spiega la sua filosofia: “La personalizzazione è una forma d'arte e Unik Edition lo fa in modo eccezionale. Vogliamo far parte del processo di trasformazione dei sogni in realtà, portando il cliente dall'immaginario al concreto. Avere la possibilità di trasformare un pezzo ordinario in qualcosa di unico è la cosa che maggiormente ci soddisfa.”
1984 Honda Boldor café racer by Unik Edition
Tra gli espositori erano presenti anche i “sultani” di Sultans Of Sprint, il variopinto e chiassoso circus che ha aperto la stagione con la prima gara a Monza, durante l'evento The Reunion; tra questi Toshiyuki Kozaka (Switch Stance Riding) arrivato dal Giappone per intraprendere le quattro drag race a The Reunion - Monza, Bikers' Classic - SPA, Glemseck 101 - Leonberg e Dandy Riders Festival - Saint-Raphaël. Purtroppo durante l'ultimo giorno dell'evento, Toshi ha subito il furto del furgone, sul quale erano presenti costosi componenti, equipaggiamento, carte di credito e contanti. La vicenda ha subito fatto il giro dei social media, e la richiesta di aiuto lanciata ha permesso di raccogliere quasi 3000 euro, soldi che hanno consentito al team Switch Stance Riding di riprendere il tour per l'Europa.
1981 Ducati 900 MHR special by Switch Stance Riding
Fortunatamente in quel momento la sua Ducati si trovata al sicuro, all'interno del Tobacco Dock, la sua perdita sarebbe stato un danno irreparabile! Perché non si tratta di una Ducati qualunque, qui parliamo di una 900 MHR Mike Hailwood Replica del 1981, le cui modifiche sono volte a richiamare la Bevel Café Racer degli anni '70, sarebbe stato un vero peccato perderla...
La moto è stata ribattezzata “Type Senna”, ovviamente prende il nome dal grande Aryton, ma deriva anche dalla Ducati 916 Senna. “Nutro infinita ammirazione e rispetto per il marchio Ducati ” spiega Toshi “per questo motivo la mia officina a Kumamoto è specializzata in motociclette italiane. Ho avuto il mio primo incontro con una Ducati quando avevo 20 anni, l'ho subito amata e non ho mai smesso.” Auguriamo quindi a Toshi buona fortuna e buon divertimento in giro per l'Europa!
1981 Ducati 900 MHR special by Switch Stance Riding
Gli inglesi sono stati nel corso della storia grandi telaisti, quindi chiuderemo questo reportage con un mago delle carene: Laurent Amann, titolare di Storik. Laurent ha però origini francesi, dove ha studiato ricerca e sviluppo in ingegneria automobilistica. Ha lavorato per varie compagnie tra cui case automobilistiche e da corsa, impegnate in gare di Endurance, Formula 1, nonché in competizioni motociclistiche. A marzo 2013 ha lanciato l'azienda Storik, con l'obiettivo di offrire un servizio di progettazione e ingegneria di alta qualità.
Laurent Amann - Storik
Durante Bike Shed, Laurent ha dato dimostrazioni di come si lavora l'alluminio e la possibilità di ammirare alcune sue creazioni, come Rafale, una special basata su motore Triumph Trident 750 del '75, racchiuso in un telaio Triumph Oil In altamente modificato. Rafale è la prima moto interamente prodotta nel laboratorio Storik, costruita allo scopo di mostrare le capacità di progettazione, fabbricazione e ingegneria. Questa Triumph è realmente un'opera di design ingegneristico, e vanta numerose soluzioni atte a migliorarne le prestazioni, oltre che il fascino; traduce un audace concetto di design in una moto elegante, sofisticata, performante, agile e funzionale.
1975 Triumph Trident 750 special by Storik
A Bike Shed London quindi ce n'è per tutti i gusti, e la qualità non manca. Il consiglio è quello di visitare la prossima esposizione, che sicuramente sarà altrettanto cool, se non di più!
239 custom, con "style".